Memoria. Quella “episodica” è Minacciata Dal Diabete Non Controllato

Conoscere il Diabete

Daniela ha creato così Portale Diabete per offrire al lettore un'informazione quanto più corretta e all'avanguardia su tutto ciò che riguarda il diabete. Esso, infatti, insorge nel momento in cui non funziona il meccanismo di produzione di vasopressina (ADH), che ha il compito di mantenere costanti i livelli di plasma nel sangue, la quale viene anche definita ormone antidiuretico, in quanto per svolgere la sua attività inibisce la produzione di urina. La condizione portante del diabete mellito è l’iperglicemia, per verificare la quale c’è bisogno di analisi del sangue, dalle quali dovranno emergere i livelli di glucosio ematico. Il prediabete, come suggerisce il nome, è una condizione patologica che precede il diabete, naturalmente con sintomi differenti. La cura non è essenziale solo per eliminare i sintomi legati all’iperglicemia, spesso assenti, ma per prevenire e/o ritardare la comparsa di complicanze croniche in organi vitali: cuore, arterie, cervello, reni, occhi e arti inferiori. Le complicanze macrovascolari (tra cui infarto miocardico, ictus cerebrale, arteriopatia obliterante degli arti inferiori) dipendono anche da altri fattori di rischio cardiovascolare oltre al diabete e possono presentarsi anche nelle persone con livelli di glicemia poco alterati rispetto alla norma.

L’elevata frequenza di complicanze vascolari impone uno stretto monitoraggio degli organi bersaglio (occhi, reni e arti inferiori). Esso è strettamente legato sia a condizioni di iperglicemia, in cui ci sono delle alterazioni nella produzione di insulina, la cui quantità nel sangue è inferiore rispetto al fabbisogno dell’organismo; sia alla poca sensibilità degli ormoni bersaglio dell’insulina. Anzi, molte donne con il diabete di tipo 1, rispetto al passato, hanno un secondo e persino un terzo figlio. Proprio per questo, il diabete mellito di tipo 1 rientra tra le malattie autoimmuni, e comprende tutte le forme di diabete immunomediate. «È e sarà compito della governance dei sistemi sanitari - conclude Consoli - trovare la maniera di conciliare i maggiori investimenti necessari nel presente, con l’opportunità, offerta da questi farmaci, di assicurare risparmi nel futuro, considerando sempre il rapporto tra prezzo e valore, e senza mai dimenticare proprio il valore di una vita più lunga e di migliore qualità». Forse proprio in virtù della loro capacità di ridurre il volume di sangue circolante, il trattamento con questi farmaci è risultato associato anche a una diminuzione della insorgenza di insufficienza cardiaca, e questo beneficio è stato osservato non soltanto nei soggetti che avevano già una malattia cardiovascolare in atto, ma anche in quelli con multipli fattori di rischio, ma non ancora clinicamente ammalati di cuore» - prosegue Consoli.

Se si confrontano tali dati con quelli rilevati nel 1980, emerge che la diffusione del diabete, tra gli adulti di tutto il mondo con più di 18 anni, era soltanto del 4,7%. Pertanto, il numero di individui che soffrono di diabete è raddoppiato in circa 35 anni. L’innovazione farmacologica ha dunque aperto nuove frontiere nel trattamento del diabete mellito di tipo 2, mettendo a disposizione del medico e delle persone affette da questa patologia strumenti terapeutici di grande maneggevolezza, con caratteristiche di efficacia e tollerabilità tali da poter cambiare gli esiti della malattia e di ridurne considerevolmente il carico, in una popolazione di persone costrette a convivere con una malattia cronica, come il diabete. Alcune statistiche, confermano che nell’ultimo trentennio la fascia di popolazione che soffre di diabete è aumentata esponenzialmente. «Nello sviluppo di una strategia terapeutica per il diabete di tipo 2 - spiega Giorgio Sesti, membro del Comitato Scientifico della SIPREC e ordinario di Medicina Interna presso l’Università della Magna Graecia di Catanzaro - va ricordato che l’iperglicemia non si presenta isolata ma fa parte integrante di una costellazione di alterazioni metaboliche, definite come sindrome metabolica, che comprendono dislipidemia, ipertensione arteriosa, obesità centrale, alterazioni della coagulazione e uno stato di infiammazione cronica di basso grado, che tendono a manifestarsi nello stesso paziente e concorrono a incrementare il rischio cardiovascolare attraverso un processo di aterosclerosi accelerata.

La dislipidemia osservata nei pazienti con diabete tipo 2 svolge un ruolo centrale nello sviluppo di aterosclerosi precoce. Il diabete tipo 1 è di origine autoimmune ed è la conseguenza di una distruzione, relativamente rapida, delle cellule del pancreas che producono insulina. Diabete mellito di tipo 1 il quale è causato da un cattivo funzionamento del sistema immunitario, che riconosce come dannose le cellule beta del Pancreas delle isole di Langerhans https://farmaciperdiabete.com/prandin.html e le distrugge. E aggiunge: “Il Convegno, promosso ed organizzato unitamente al Lions Club di Copertino-Salento, rientra nel programma della III edizione dell’Alto Riconoscimento VIRTU’ E CONOSCENZA e mira a dare informazioni e approfondimenti sulle nuove terapie sia nel diabete di tipo I che nel diabete di tipo II. “Il diabete non è solo una patologia del mondo ‘’occidentale’’, del benessere, anzi è una patologia sempre più diffusa in molti altri paesi. Il diabete, il cui nome scientifico è diabete mellito, è una patologia che intacca il funzionamento dei sistemi metabolici umani, ed è legato alla produzione di insulina, affidata alle cellule beta del Pancreas, prodotte dalle isole di Langerhans. Il diabete, il cui nome scientifico è diabete mellito, è una patologia che intacca il funzionamento dei sistemi metabolici umani.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *